Fase 2 del Covid-19

L’Italia si sta preparando ad entrare nella fase 2 e ad uscire, con le dovute cautele, dal lockdown. Una delle procedure messe in atto è il piano di studi epidemiologici, che consentirà di ricavare i dati sull’immunità della popolazione, dati fondamentali per decretarne il lasciapassare.

Come verrà gestita questa procedura?

Il piano (ipotizzato e non confermato) è quello di realizzare una mappa dei cittadini di ogni fascia d’età, dai 6 ai 90 anni, che hanno sviluppato l’immunità al Covid; ciò potrà avvenire analizzando con dei test di immunità parte della popolazione; ma come funzionano questi test? Sono realmente efficaci?

Vediamo cosa emerge dalle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità.

Anzitutto bisogna definire la differenza tra test sierologici per l’immunità e tamponi.
Il tampone viene effettuato per capire se all’interno delle mucose dell’apparato respiratorio vi sia o meno il Covid: se il risultato è positivo vuol dire che la persona ha nell’organismo il virus e, indipendentemente dalla presenza o meno dei sintomi, in quel momento è contagioso.

I test di immunità invece vanno a controllare la presenza di anticorpi sviluppati dal paziente in seguito alla contrazione del virus. I test di immunità verranno fatti in due modalità principali, ma comunque attraverso un prelievo sanguigno. Nel mentre è al vaglio da parte del Ministero della Salute l’opportunità di selezionare un’univoca tipologia di test, oltre che ad un’univoca modalità, per ovviare all’eventualità di risultati contraddittori. Ad oggi infatti molti test sono stati eseguiti da privati cittadini che hanno trovato sul mercato prodotti di diverso genere oppure da laboratori privati, ma non vi è certezza sull’affidabilità di questi test.

Attraverso un’analisi del sangue si sarà in grado di capire la quantità di particolari tipi di immunoglobuline, ovvero di anticorpi, presenti nella persona, che li ha creati in seguito all’attacco da parte del virus.

Gli anticorpi ricercati sono gli IgM, che è la tipologia di risposta immunitaria che compare durante l’infezione, e gli IgG, quelli che rappresentano la funzione neutralizzante del virus e che in genere compaiono più avanti nel tempo.

Esiste anche una tipologia di test immunologici che si può effettuare anche senza prelievo di sangue venoso, e funzionano come quelli per i diabetici, ovvero tramite prelievo di sangue capillare dalle dita; su questa tipologia di test però vi sono dubbi circa l’efficacia.

Non esistono ancora certezze sull’efficacia di queste teorie: una delle questioni più discusse del virus Covid-19 è se chi lo ha avuto ha anche sviluppato un’immunità persistente o corre il rischio di essere contagiato una seconda volta.

Naturalmente le perplessità anche da parte dei vari organi scientifici esistono e l’unica certezza è che ci vorrà ancora del tempo per capire le dinamiche di questo virus che ha sconvolto i popoli di tutto il mondo.