Finta malattia: perché e chi danneggia

Ad alcuni sarà capitato di sentire un collega vantarsi di esser andato a fare una gita fuori porta e avere inviato il certificato di malattia al lavoro. In realtà è sbagliatissimo pensare che questo sia un comportamento da ammirare. Tanti se ne vantano perché pensano di aver ingannato il datore di lavoro e averla fatta franca, ma in realtà non sfugge niente a un valido investigatore privato Roma. La finta malattia danneggia a più livelli, più di quanti se ne possano immaginare.

L’azienda per cui lavora

Chi si mette in finta malattia provoca, inevitabilmente, un danno all’azienda per cui lavora. Se tra l’organico c’è una persona che invia finta malattia, la produttività di abbassa e ci sono dei rallentamenti nello svolgere i compiti assegnati dal capoufficio. Un valido investigatore privato Roma spesso è chiamato a raccogliere prove di una finta malattia sul posto di lavoro che è più frequente di quello che le persone pensano.

I colleghi

Inoltre, crea un danno agli altri colleghi. Questo è  evidente perché il lavoro arretrato no resta lì sulla scrivania in attesa che il collega lavativo rientri. È ancora più vero quando questo comportamento è reiterato nel corso del tempo. Il lavoro che non è stato svolto passa ai colleghi dell’ufficio che quindi hanno un lavoro extra da finire entra la giornata.

Lo Stato e la collettività

Infine, c’è un danno anche verso le casse statali. Infatti, chi invia il certificato di malattia al lavoro, non resta senza paga. Riceve infatti un’indennità per malattia. Se tutti invece di lavorare facessero in questo modo, le casse dello Stato si vuoterebbero in breve tempo. Forse i conti pubblici e l’istituto di previdenza non sarebbero così in difficoltà se ci fosse maggiore correttezza. Purtroppo, in questo Paese chi la fa franca dopo azioni come queste, è considerato un furbo, uno da imitare e ammirare. Ha truffato lo Stato e non se n’è accorto nessuno. In realtà, truffare lo Stato in questo modo, significa invece danneggiare l’intera collettività, comprese le generazioni future che non hanno prospettive di una pensione.